L’8 maggio è entrata in vigore la Legge 22 aprile 2021, n.53 (Legge di delegazione europea 2019-2020) che delega appunto il Governo al recepimento, entro il 17 dicembre 2021, delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione Europea tra le quali, all’art. 23, si segnala anche la direttiva (UE) 2019/1937, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione, il cosiddetto whistleblowing.
Venendo ora alla direttiva, risulta chiaro come il legislatore europeo abbia inteso operare lungo due direttrici principali: l’armonizzazione del quadro normativo dei Paesi già in possesso di alcune previsioni adeguate (di cui fa parte l’Italia soprattutto per le disposizioni promulgate in ambito pubblico) e l’istituzione di presidi minimi in materia di whistleblowing da applicarsi nel resto degli Stati ancora privi di qualsiasi normazione.
PERCHÉ È UN PASSO IMPORTANTE PER LA NOSTRA NORMATIVA?
Perché il nostro Paese passerà, nell’arco temporale di una decina d’anni, dalla totale assenza di previsioni a una quasi completa regolamentazione del whistleblowing.